La pazienza delle onde: VINPEEL DEGLI ORIZZONTI di Peppe Millanta

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Titolo: Vinpeel degli orizzonti

Autore: Peppe Millanta

Pagine: 256

Prezzo: 15 €

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Benvenuti a Dinterbild. Siete finalmente giunti in un minuscolo villaggio abitato da una piccola e stravagante comunità. Da qui non si va via, qui non si ricorda come si sia arrivati. Al di là di Dinterbild non c’è nulla, al di fuori di essa non è necessario cercare nulla, fatta eccezione per l’Altrove, ed è proprio questo quello che vuole raggiungere l’unico ragazzino che abita quella comunità, Vinpeel. Scrutando l’orizzonte si accorge che oltre quel piccolo mondo, oltre il mare, per altri cieli e altre terre è possibile incontrare un nuovo mondo.

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Karen Blixen ha scritto: “la cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime o il mare”.  Questa è la storia di tante storie tutte legate da quell’ ultimo miracoloso elemento. Ned Bundy, il padre di Vinpeel scrive chilometri di parole che ogni giorno affida al mare, dentro bottiglie che dovrebbero raggiungere uno sconosciuto destinatario e raccoglie conchiglie dalle quali ascolta le storie che il mare ha da raccontare. Per parlare con suo padre non resta altra soluzione: lasciare messaggi nascosti nelle conchiglie ed aspettare che lui le raccolga. Una storia di incomunicabilità e di ricerca di soluzioni efficaci, dolorosamente rassicuranti: quelle che solo un ragazzo riesce a trovare. “A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Continuano a vivere dopo di lui, e così diventa immortale” questo dice William Bloom di suo padre, protagonista di Big fish di Daniel Wallace. Quest’ultimo romanzo e Vinpeel degli orizzonti in qualche modo si somigliano, benché ribaltati e a ruoli invertiti, hanno una serie di toccanti punti in comune: l’ironia sapientemente miscelata alla severa rappresentazione della vita com’è, nel suo significato più caustico ma allo stesso tempo divertente e ingenuo; il reale all’irreale; la fantasticheria alla nitidezza delle immagini.

Come leggendo City di Baricco, invece, siamo spinti a interrogarci sulla verità di quanto stiamo leggendo e più precisamente a domandarci se alcuni dei personaggi che incontra il protagonista, che fanno prepotentemente parte della sua vita, siano reali o immaginari: esistono solo per coloro che li vedono o sono un’altra parte della personalità del protagonista, magari quella più vera, quella più attaccata ai sogni e all’emotività, quella che non si è ancora fatta trasformare dalla disillusione propria degli adulti e di chi ha conosciuto il dolore? Il fatto che un personaggio sia reale per tutti gli altri, comprimari e non, realmente lo legittimizza o esiste solo se noi per primi crediamo in lui? Ma la domanda più importante rimane, qual è il vero confine (se esiste) tra reale e irreale? Peppe Millanta crea un meraviglioso mondo possibile, uno scenario coerente, pregno di contatti con la realtà e da questa, allo stesso tempo, lontanissimo. Come nel paese delle meraviglie che attraversa Alice, il protagonista di questo romanzo ci porta alla scoperta di un luogo che è uno non-luogo, un posto dell’anima e dell’immaginazione e allo stesso tempo un mondo specchio di quello vero, una superfice che riflette e protegge moltissime storie, nascoste nel fondo, trascinate dalle onde, in attesa di trovare ancora la loro soluzione ma in qualche strano modo consapevoli che “quel che il mare prende, il mare rende”.

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Ma questa è anche la storia della costruzione di un’avventura, di coraggio, dell’impavido tentativo di evasione da quello che al protagonista non piace: attraverso una serie di buffe peripezie e di incontri straordinari – in particolare quello con Krisheb, uno di quei personaggi profetici, perfettamente congeniati, il matto savio, inventore e sognatore in grado di produrre stupore con le sue idee e con la sua stessa vita – Vinpeel comprende quale potrebbe essere la via di fuga. Attraverso una scrittura quasi cinematografica, che parte da piani sequenza e stringe sui particolari, una commistione di realismo magico ed elementi favolistici, Vinpeel degli orizzonti si rivela un esordio coinvolgente e coraggioso come il primo volo di una mongolfiera e vi trasporterà, attraverso le correnti, in terre nuove che voi lettori, probabilmente, non avete ancora conosciuto. Peppe Millanta ci regala una storia di possibilità che con il suo finale aperto e con le sue molteplici soluzioni è proprio come un mondo possibile e allo stesso modo ogni sua interpretazione si rivela plausibile e coerente. Tutto parte da un preciso punto e lì, dopo mirabolanti accadimenti, torna e si chiude aprendo nuove e imperdibili possibilità che all’improvviso, come il silenzio, esploderanno.

Elisa

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